LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura

Dal libro della Sapienza

Non c’è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose, perché tu debba difenderti dall’accusa di giudice ingiusto.
La tua forza infatti è il principio della giustizia,
e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti.
Mostri la tua forza
quando non si crede nella pienezza del tuo potere,
e rigetti l’insolenza di coloro che pur la conoscono.
Padrone della forza, tu giudichi con mitezza
e ci governi con molta indulgenza,
perché, quando vuoi, tu eserciti il potere.
Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo
che il giusto deve amare gli uomini,
e hai dato ai tuoi figli la buona speranza
che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

R. Tu sei buono, Signore, e perdoni.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche. R.

Tutte le genti che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, Signore,
per dare gloria al tuo nome.
Grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio. R.

Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso,
lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà,
volgiti a me e abbi pietà. R.

Seconda Lettura

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia. Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.

Alleluia.

Vangelo

Dal Vangelo secondo Matteo 

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?. Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo!. E i servi gli dissero: Vuoi che andiamo a raccoglierla?. No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio».

Parola del Signore.

RIFLESSIONE

1. Vangelo

La parabola della zizzania.

Un uomo ha seminato del buon seme nel suo campo. La crescita del grano è disturbata dalla zizzania, una pianta velenosa.

I servi impazienti vorrebbero strappare al più presto la zizzania che minaccia la crescita del grano:

“Vuoi che andiamo a raccoglierla?”.

Il padrone del campo ha molta esperienza; sa che la zizzania ha radici intrecciate con quelle del grano; ordina di aspettare perché c’è il rischio che, insieme alla zizzania, essi strappino anche il grano: Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura”.

Alla fine ci sarà la separazione tra il grano da conservare e la zizzania da bruciare.

“… il grano invece riponètelo nel mio granaio”».

2. Riflettiamo.

La parabola insegna che nel mondo accanto al bene c’è il male.

Siamo chiamati a vivere, lavorare e lottare, dentro questo mondo tra bene e male.

Ricordiamo che: Bene e male sono nel cuore di ogni uomo.

3. Attenti.

Per eliminare subito il male, si rischia di sopprimere l’uomo.

Il Signore aspetta fino all’ultimo, il tempo della mietitura, per sradicare il male dal nostro cuore. (il giudizio finale).

Dio ha pazienza; ha fiducia nell’uomo e attende. … sollecita fino all’ultimo nella speranza che l’uomo si ravveda. 

Egli ha nelle sue mani i destini del mondo; manifesta la sua onnipotenza nella pazienza.

4. Sant’Agostino commenta:

« Dio, che ci ha creati senza di noi, non ha voluto salvarci senza di noi ».

(Sermo 169, 11, 13: PL 38, 923.)

5. N. B.

Impariamo dalla Bontà di Dio ad avere pazienza.

Nessuno è perduto per sempre. L’uomo non è la somma delle sue debolezze.

L’uomo non coincide con il male che ha commesso ma con il desiderio di bene che Dio ha scritto nel suo cuore.

Dipinti

  • Icona di Cristo Pantocratore .

Arte bizantina, realizzata a Costantinopoli nel VI secolo d.C.; conservata nel  Monastero greco ortodosso di Santa Caterina, Sinai. (Il termine icona deriva dal greco “eikon”, che può essere tradotto con immagine, e nel campo dell’arte religiosa identifica una raffigurazione sacra dipinta su tavola.)

Non esiste prospettiva spaziale. La figura è bidimensionale, senza volume. La fissità dello sguardo potenzia la calma grandezza della figura.

Osserviamo metà volto alla volta:

In questa metà il sopracciglio sollevato, l’occhio gonfio e arrossato, il naso e la guancia un po’ pesti, le labbra sono un po’ sollevate in un’espressione di dolore. E’ volto di un uomo  che ha sofferto molto.

L’altra metà del volto è più luminosa, distesa, serena, bella.

Le due metà rappresentano il Cristo della passione e della resurrezione. Una sola immagine raffigura l’identità di Gesù: vero uomo e vero Dio.

Cristo, Salvatore dell’uomo, ha pazienza e attende fino all’ultimo per salvare l’uomo.

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