LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura

Dal libro della Gènesi
Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di alcun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

R. Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto. R.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. R.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode. R.

Seconda Lettura

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato.
Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

RIFLESSIONE

Prima domenica di Quaresima. Domenica delle tentazioni.

1.Vangelo

Il tempo della Quaresima. Prima Domenica. Domenica delle tentazioni

“Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo”. “Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame”.

In Matteo le tentazioni sono tre.

La prova vede Gesù uscire vincitore; è il Tentatore ad allontanarsi sconfitto. …  

“il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano”.

2. Riflettiamo.

L’episodio della Tentazione sta all’inizio della vita pubblica di Gesù; racconta la prova, il test per indurlo a scegliere vie alternative al disegno di Dio.

La tentazione che Gesù ha incontrato nel deserto e lungo tutta la sua vita è questa: percorrere la strada suggerita dalla Parola di Dio oppure preferire i suggerimenti degli uomini che sembrano scorciatoie più convincenti?

Nella sostanza, la tentazione è la disobbedienza; il no a Dio.

Gesù, in un momento di grande difficoltà, è tentato nella sua fedeltà al Padre. Egli vince la tentazione con una totale fiducia nel Padre suo.

3. Anche per noi la vita è una terra di prova. Incontriamo la tentazione.

La Quaresima è il tempo favorevole in cui prendi consapevolezza che nella tentazione c’è una facilità a peccare.

Questa fragilità dell’uomo, la chiesa la chiama peccato originale.                                              

Nell’uomo c’è come una ferita aperta, enorme; per cui il braccio che avrebbe potuto alzare 30 kg  non riesce ad alzarne che 3; è come indebolito, è come una paralisi infantile.

Questa fragilità è testimoniata nelle grandi pagine della letteratura mondiale.                                                                                                                                                          

4. Ugo Foscolo, Sonetti II, Di se stesso. (1803)                                                                                   

Il poeta, dalla vita irrequieta e trasgressiva, non potrà mai essere sottratto alla nostra simpatia sia per la sua indomita sete di verità sia per la genialità dei suoi versi; ha preferito una vita da esule e povera piuttosto che la  sottomissione al potere.

Il poeta è soffocato da passioni e impeti sconvenienti che la ragione non è riuscita a controllare, l’io del poeta sembra smarrito.

Il contrasto non ancora risolto tra la passione e la riflessione è testimoniato in questi versi:

 “Conosco il meglio ed al peggior mi appiglio ”                                                                      (Riconosco il meglio, ma seguo ciò che di peggiore mi si presenta).                                                                                                                                                            

Questi versi indicano la debolezza dell’uomo che, pur conoscendo ciò che è giusto, commette il male. La fragilità è la condizione dell’uomo fin dalla nascita.

5. Nota Bene

C’è un male alla radice dell’uomo. Cosa è?

Il peccato originale è un atto dell’uomo, che Dio ha fatto così legato agli altri uomini, che l’inizio sbagliato si è riverberato su tutti. L’uomo singolo non ha colpa ma ne porta le conseguenze: ne ha colpa chi lo ha commesso. Ma come l’abbia commesso e in cosa sia consistito: questo è mistero. E’ il mistero delle origini.

Questo inizio terribile è un fatto che non possiamo spiegarci; ma senza questo misterioso fenomeno non si capisce più nulla del disastro dell’uomo. La dottrina del peccato originale spiega questo disastro nel modo più adeguato che si possa concepire.

Il peccato originale è l’ipotesi che spiega meglio la situazione storica dell’uomo. 

6. Attenti.

Quaresima è il tempo in cui sei aiutato a riconoscere che la tentazione è frutto del peccato originale; una debolezza insita nella natura umana.

L’uomo è tentato a sganciarsi da Dio per costruire in proprio la sua vita.

Dipinti:

Juan de Juanes, Cristo coronato di spine, circa 1550.

Il pittore spagnolo rinascimentale più celebre della città di Valenza; fu chiamato il secondo Raffaello per la bellezza e la dolcezza dei suoi dipinti. Era molto devoto. Prendeva la comunione prima di iniziare a lavorare.

Il volto sofferente, i rivoli di sangue che scendono dal capo, le lacrime, la bocca semiaperta raccontano il sacrificio di Cristo.

Con il sacrificio della sua vita ha riscattato l’uomo caduto nel peccato.

Durante la quaresima, guardiamo il crocifisso. Da lui viene la forza per vincere le tentazioni.

SEZIONE FANCIULLI