LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura
Dal secondo libro di Samuèle
In quei giorni vennero tutte le tribù d’Israele da Davide a Ebron, e gli dissero: «Ecco noi siamo tue ossa e tua carne. Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi e riconducevi Israele. Il Signore ti ha detto: “Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai capo d’Israele”».
Vennero dunque tutti gli anziani d’Israele dal re a Ebron, il re Davide concluse con loro un’alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re d’Israele.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
R. Andremo con gioia alla casa del Signore.
Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme! R.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide. R.
Seconda Lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Fratelli, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore,
per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati.
Egli è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono.
Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia. Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Alleluia.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Parola del Signore
RIFLESSIONE
1. Vangelo
Solennità di Cristo Re dell’universo.
Gesù sta tra i due malfattori. Uno dei due malfattori appesi alla Croce (il buon ladrone), riconoscendosi peccatore, rivolge un’invocazione: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno“; fa seguito la promessa di Gesù: “oggi con me sarai nel paradiso”.
2. Riflettiamo.
Il volto di Cristo-re si svela nella scena madre del Calvario.
All’umile e sincera domanda dell’uomo, Cristo risponde con un’onda di misericordia.
Pensate a quest’uomo che hanno crocifisso per gli omicidi e i delitti commessi.
Era un assassino! Soltanto che, a un certo momento, si è accorto di una Presenza diversa; di fronte a quell’Uomo ha riconosciuto con sincerità: Io sono niente, ricordati di me.
Su quello spunto infinitesimale la misericordia di Dio costruisce la salvezza dell’uomo.
Senza misericordia non c’è più vita, perché a un certo punto si arriva a condannare e a dire: ”Non c’è più niente da fare”. Si condanna a morte.
Ma Dio non è come il medico; il medico può arrivare a dire: “Non c’è più niente da fare”.
Perché quelle sono le sue possibilità. Invece per Dio c’è ancora da fare.
3. Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamàzov; 1880, ultimo romanzo.
Dialogo tra Ivan, chiuso in se stesso, intelligente, scettico seppur assetato di fede, e Alëša, il fratello pio e religioso. Ivan racconta ad Alëša un fatto veramente orribile, per distruggere le sue convinzioni religiose. Gli parla di un ragazzino di otto anni, figlio di un servo di un generale, che giocando, aveva tirato un sasso ad un cane e gli aveva ferito la zampa.
Era il cane preferito del generale e questi, per punizione, aveva fatto portare davanti a sé il bambino, l’aveva fatto spogliare e aveva chiamato a raccolta tutti i suoi servi e la madre del bambino. A quel punto aveva ordinato al bambino di mettersi a correre e gli aveva aizzato contro i cani. Il bambino era stato sbranato dai cani sotto gli occhi della madre.
Ivan chiede ad Alëša: “ Cosa dovremmo fare a questo generale? Fucilarlo?”
E Alëša risponde: “Si, fucilarlo!”. La risposta sorprende il fratello Ivan.
Alëša subito aggiunge: “No, ho detto una stupidaggine”.
Riflettendo, all’improvviso gli occhi di Alëša si illuminano, e dice:
“tu hai detto un momento fa: esiste in tutto l’universo un Essere che avrebbe la possibilità e il diritto di perdonare?
Ma questo Essere esiste, ed Esso può tutto perdonare, tutti quanti e di tutto quanto, perché Lui per primo ha donato l’innocente sangue Suo a favore di tutti e in riparazione di tutto. Tu ti sei scordato di Lui …”
4. Attenti.
Questa è la misericordia che spacca tutte le immagini limitate di Dio.
Il punto in cui il Mistero si rivela come misericordia è quest’Uomo sulla croce.
Con il dono della sua vita ha il potere di salvare la vita di ogni uomo, anche quella del criminale crocifisso.
5. Nota bene
Verrà l’ora della storia, che nessuno sa, in cui si compirà il definitivo svelarsi del Mistero.
Il Mistero è misericordia. Ha compassione dell’uomo.
Dipinto:
Michelangelo, part. Cristo Giudice del Giudizio Universale, Cappella Sistina: 1535–1541.
Il Cristo giudice e re dell’universo irrompe in un nimbo di luce con potenza e forza. Il suo gesto divino è imperioso e pacato.

La grandiosa composizione si incentra intorno alla figura dominante del Cristo, colto nell’attimo che precede quello in cui verrà emesso il verdetto del Giudizio Universale.
Il suo giudizio si svela ultimamente come misericordia. Alla fine, congedo:
*Georg Friedrich Händel: + 1759; uno dei più grandi musicisti del Barocco; è la sua composizione più famosa. Ascoltiamo dal Messia, il coro: Alleluia! Inneggia a Cristo re dell’universo.