LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura  

Dal secondo libro dei Re
In quei giorni, Naamàn [, il comandante dell’esercito del re di Aram,] scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola di Elisèo, uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato [dalla sua lebbra].
Tornò con tutto il seguito da [Elisèo,] l’uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servo». Quello disse: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò». L’altro insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò. 
Allora Naamàn disse: «Se è no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore». 

Salmo Responsoriale

Rit.:  Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! 

Seconda Lettura  

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo
Figlio mio, 
ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti,
discendente di Davide, come io annuncio nel mio vangelo,
per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. 
Questa parola è degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo; 
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso. 

Canto al Vangelo   

Alleluia, alleluia.
In ogni cosa rendete grazie:  questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Alleluia.
  

 Vangelo  

Dal vangelo secondo Luca
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. 
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. 
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. 
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

RIFLESSIONE

1. Vangelo. 

La guarigione dei dieci lebbrosi.

La “lebbra”. Una malattia terribile. Le disposizioni legali obbligavano il lebbroso a vivere ai margini della vita civile e religiosa; si cercava di evitare possibili contagi.

La legge prevedeva la possibilità di guarigione; essa, per motivi sanitari, doveva essere certificata dal sacerdote; era previsto un rito di purificazione con la reintegrazione nella comunità cultuale.

I dieci lebbrosi, consapevoli della loro condizione di impurità, si fermano a distanza e chiedono di essere guariti.

“Gesù, maestro, abbi pietà di noi!”

Gesù disse loro: “Andate a presentarvi ai sacerdoti” (per certificare la  guarigione).

Uno di loro … vedendosi guarito tornò indietro per ringraziarlo. Era un samaritano.

Gesù osserva l’ingratitudine degli altri e gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

2. Riflettiamo.

Il samaritano rende grazie per la guarigione ricevuta.

La gratitudine è lo stupore di fronte a un avvenimento bello della vita.

Chi riconosce che tutto ciò che ha, lo ha ricevuto da Dio, è pieno di gratitudine.

3. Novalis, Canti Spirituali, N°6, 1799.

Novalis, poeta di spicco del Romanticismo, morì che non aveva trent’anni.

I Canti spirituali sono poesie religiose. Sono 14, ideati e stesi tra il 1799 e il 1800. 

… un lutto gravò la sua anima influendo su gran parte della sua produzione: la morte di Sophie, la sua fidanzata bambina (morì all’età di quindici anni di tisi). ne era profondamente innamorato. La morte di Sophie, e poi del fratello prediletto, lasciò nell’animo del poeta una ferita profonda ….

Nel dolore il poeta cerca il Signore e si sente abbracciato da Cristo e si rivolge a Lui con una accorata preghiera di ringraziamento.

Se infedeli sono tutti,
sempre a te resto fedele;

perché la gratitudine non sia
spenta mai su questa terra.

Il poeta esprime il suo grazie a Cristo per questo amore sconfinato ricevuto da lui.

4. Attenti.

Chi sa dire grazie, ha nel cuore almeno un cenno di letizia.

Pensate a Francesco; era lieto perché pieno di gratitudine.

Di cosa ringraziava, lui che vestiva un saio caldo d’estate e freddo d’inverno, e dormiva su un sasso?                                                                                                

Non era un sentimentalone … un ingenuo sprovveduto…    come ci vogliono far credere. 

Se uno percepisce le cose, tutto ciò che è, ed innanzitutto la propria vita come qualche cosa che un altro ha fatto per te e per il tuo bene, allora domina la gratitudine.                                                            

Dipinti: 

Luca Giordano, san Francesco,  XVII sec.

L’umile Francesco, in meditazione; una mano regge il crocifisso. Si intravedono i segni della passione.

Murillo Bartolomé Esteban, San Francesco in preghiera, 1645-50, Anversa, Belgio                                                                                                                                             

E’ vestito con i colori della terra, con un abito marrone. Il dipinto comunica la sua fede e la sua semplicità.

San Francesco era pieno di gratitudine. Perché?

La gratitudine non è un sentimentalismo magari favorito da un certo temperamento.

La gratitudine è un giudizio: è avere davanti agli occhi ciò che Dio, ciò che Cristo ha fatto per noi.

SEZIONE FANCIULLI