LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura

Dal libro del profeta Amos

Guai agli spensierati di Sion

e a quelli che si considerano sicuri sulla montagna di Samaria!

Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani

mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli cresciuti nella stalla.

Canterellano al suono dell’arpa, come Davide improvvisano su strumenti musicali;

bevono il vino in larghe coppe

e si ungono con gli unguenti più raffinati,

ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.

Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati

e cesserà l’orgia dei dissoluti.  

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Rit.: Loda il Signore, anima mia.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

Seconda Lettura

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timoteo

Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.

Davanti a Dio, che dà  vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,

che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,

il beato e unico Sovrano, il Re dei re e Signore dei signori,

il solo che possiede l’immortalità e abita una luce inaccessibile:

nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.

A lui onore e potenza per sempre. Amen.

Parola di Dio

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi  per mezzo della sua povertà. Alleluia.

Vangelo

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: “C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.

Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui.

Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.

Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.

E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”.

Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”.

E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”.

Parola del Signore

RIFLESSIONE

1. Vangelo.      

La Parabola dell’uomo ricco e del povero Lazzaro.                                                       

2. Riflettiamo

Un ricco egoista e troppo intento a godersi i piaceri della vita non vede la sofferenza di chi vive in estrema miseria.

Per il ricco egoista, Lazzaro non esiste.            

Nell’al di là le parti si rovesciano. Per il ricco indifferente la condanna è definitiva.

 3. Attenti

Nella parabola non c’è la condanna della ricchezza. Non c’è la promessa del paradiso per chi è misero; come se l’al di là fosse l’al di qua capovolto.  

Non si devono illudere i poveri con la promessa di una felicità futura.

Altrimenti subiamo severe critiche

di chi sostiene che l’uomo ricorre alla religione perché insoddisfatto.

La religione è come una droga; aiuta a sopportare la condizione di miseria (economica!) in cui l’uomo vive.

In definitiva la religione promette un paradiso che non c’è; è un’illusione.

4. Nota Bene

La chiesa tiene buoni i poveri con la promessa di un premio futuro? NO!

Ma allora cosa annuncia il Vangelo? Il Vangelo condanna la gelida indifferenza dei ricchi verso i poveri.

La ricchezza può render ciechi al punto di non vedere la condizione dei poveri. Senza l’orizzonte dell’altro, la ricchezza è una dannazione assoluta.

La fede cristiana è un no all’indifferenza ed insieme un appassionato amore al destino dell’uomo … e in particolare ai poveri, ai malati, senza lavoro, senza tetto, barboni, rifugiati, …

I cristiani hanno occhi per vedere, per avere compassione e lottare contro l’ingiustizia. 

Il ricco epulone di oggi rischia di costruire, con le proprie mani, l’inferno di domani.

Dipinti.

Juan de JUNI,  La sepoltura (particolare), 1544, Legno policromo, Valladolid.

Tra i protagonisti della scultura del Rinascimento spagnolo.

Un’ intensa contemplazione della Passione. Il volto segnato dal dolore; i riccioli spessi si attorcigliano e si intrecciano nei capelli e nella barba. Cristo ha vissuto la sua Passione nella carne umana.

Contemplando il dolore di Cristo si comincia a vedere la storia dalla parte degli oppressi. Non si pensano le stesse cose abitando una baracca o un palazzo reale.

Il Cristo sofferente è simbolo della povera gente; i desolati della storia, schiacciati dall’avidità dei ricchi e spogliati della loro dignità.

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