LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura

Dal libro del Siracide

Figlio, compi le tue opere con mitezza,  e sarai amato più di un uomo generoso. 

Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,  e troverai grazia davanti al Signore.

Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,  ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.

Perché grande è la potenza del Signore, e dagli umili egli è glorificato.

Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio, perché in lui è radicata la pianta del male.

Il cuore sapiente medita le parabole,  un orecchio attento è quanto desidera il saggio.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Rit.: Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.

I giusti si rallegrano,

esultano davanti a Dio e cantano di gioia.

Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:

Signore è il suo nome. 

Padre degli orfani e difensore delle vedove

è Dio nella sua santa dimora.

A chi è solo, Dio fa abitare una casa,

fa uscire con gioia i prigionieri.

Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,

la tua esausta eredità tu hai consolidato

e in essa ha abitato il tuo popolo, in quella che,

nella tua bontà, hai reso sicura per il povero, o Dio.

Seconda Lettura

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, voi non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.

Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.

Parola di Dio

Canto al Vangelo

Alleluia, Alleluia. Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore, e imparate da me, che sono mite e umile di cuore. Alleluia.

Dal vangelo secondo Luca

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano ad osservarlo.

Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto.

Invece, quando sei invitato, và a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”.

Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.

Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Parola del Signore

RIFLESSIONE

1. Vangelo

Un sabato a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare.

Notando come sceglievano i primi posti,diceva una parabola agli invitati: “Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto …”.

Conclude con un invito all’umiltà: “Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”.  Disse poi a colui che l’aveva invitato, di non invitare la società che conta per averne un tornaconto; ma rovesciando il criterio degli inviti: “… quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi … ”.  Questi invitati sono all’ultimo posto della scala sociale.

2. Riflettiamo.

Il Vangelo chiede il cambiamento dei criteri del nostro agire.

La corsa ai primi posti è l’emblema della nostra società. Non lasciamoci travolgere dalla corsa ai primi posti.

Si coltivano amicizie interessate e servili per realizzare le nostre ambizioni.

Il Vangelo chiede di condividere la vita di coloro che faticano a costruirsi un’esistenza degna di questo nome. Chiede di condividere la vita di coloro che sono all’ultimo posto della scala sociale.

N.B.

La comunità cristiana deve dare attenzione agli ultimi e agli esclusi.

3. Don Lorenzo Milani, da Esperienze pastorali, 1957.

Una riflessione di Don Milani sulla scelta degli ultimi; fatta per i preti ma che vale anche per ogni cristiano. Don Milani nel libro spiega i motivi del distacco della Chiesa istituzionale dai credenti, specialmente le masse dei poveri.

Esperienze Pastorali sollevò polemiche al momento dell’uscita sul mercato e sarà ritirato dal commercio nel 1958 perché dichiarato “inopportuno” con decreto del Santo Uffizio.

“Per un prete, quale tragedia più grossa di questa potrà mai venire?

Esser libero, avere in mano Sacramenti, Camera, Senato, stampa, radio, campanili, pulpiti, scuola e con tutta questa dovizia di mezzi divini e umani raccogliere il bel frutto d’essere derisi dai poveri, odiati dai più deboli, amati dai più forti.

Aver la chiesa vuota. Vedersela vuotare ogni giorno più.

Saper che presto sarà finita per la fede dei poveri”

Il libro di Don Milani ha ricevuto la definitiva riabilitazione da Francesco, che ha avuto parole di elogio per lui.

4. Attenti.

Don Milani opera la scelta preferenziale degli ultimi. Scelta urgente nella nostra società dei consumi. Sotto i colpi della crisi economica sta nascendo un mondo di respinti.

Nel mondo della delusione masse di poveri vagano per le strade alla ricerca del lavoro e ancor più di un senso della vita.

5. Per ripartire dagli ultimi occorre l’umiltà.

L’umiltà è il riconoscimento della propria miseria che si apre alla ricca presenza dell’altro.

Dipinto.                                                                                                                                                                            

1.  Foto don Lorenzo Milani,

era impegnato a far uscire dall’emarginazione quanti erano destinati a rimanere dimenticati e vinti.

2. Niccolò Frangipane, Cristo portacroce, 1574, Malaga. Pittore italiano.

E’ venuto ad abbracciare la nostra umanità; fino a condividere il destino degli ultimi, fino a portare la croce.

Dobbiamo guardare negli occhi quest’uomo per ritrovare l’umiltà e per prenderci cura degli ultimi.

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