LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura
Dal libro del Gènesi
In quei giorni, Dio condusse fuori Abràm e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza».
Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia. E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra». Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo».
Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all’altra; non divise però gli uccelli. Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abràm li scacciò.
Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abràm, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono.
Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore concluse questa alleanza con Abràm: «Alla tua discendenza io do questa terra, dal fiume d’Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Rit.: Il Signore è mia luce e mia salvezza.
Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!».
Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
Seconda Lettura Fil 3,17-4,1
Cristo ci trasfigurerà nel suo corpo glorioso.
Seconda Lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Fratelli, la nostra cittadinanza è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre: «Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!».
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Vangelo
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.
Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia».
Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra.
All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva:
«Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Parola del Signore.
RIFLESSIONE
Vangelo.
Seconda di Quaresima. La Trasfigurazione.
Nel cammino verso Gerusalemme, cioè verso il suo destino di sofferenza e di croce, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e li condusse sul monte a pregare: “il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.” Gesù appartiene al mondo di Dio. Apparvero Mosè (la legge) ed Elia (i profeti) che conversavano con Lui. Pietro chiede di prolungare quel momento: “Maestro … Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia.”
Pietro ha il desiderio di rendere eterno quell’istante celestiale; e così evitare il sentiero della sofferenza predetto da Gesù. Stava ancora parlando, quando una nube li coprì con la sua ombra.
Dalla nube esce la voce che dichiara l’origine divina di Gesù:«Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Cioè: seguitelo; la fede è seguire; è fare la strada con Lui.
Riflettiamo.
Mentre è in cammino verso Gerusalemme, Gesù predice il suo destino doloroso (la Croce).
I discepoli potrebbero essere scoraggiati da questa prospettiva …
Nella Trasfigurazione ai discepoli fu dato un anticipo della gloria futura.
Fu una sosta luminosa che aiutò ad attraversare le ore tenebrose della passione.
I discepoli nelle ore più oscure continuarono a seguirlo perché il cammino fu dominato dalla certezza dell’esito finale.
Attenti
Anche a noi le avversità rendono oscuro il cammino della vita; la notte ci avvolge. Basta che il medico ti dica: Si faccia visitare al “Pascale” … e la terra ti trema sotto i piedi, e la vita diventa buia. Oppure può essere la perdita del lavoro o degli affetti; ci ritroviamo in un cammino oscuro. Non si riesce ad intravedere la meta finale della strada.
Verso dove andiamo?
Alda Merini (+ Milano, 1º novembre 2009), poetessa e scrittrice italiana, è stata una delle voci più potenti della poesia contemporanea. Viveva in condizioni di indigenza – per scelta – tanto che i pasti quotidiani le venivano portati dai servizi sociali comunali.
Siamo stati affascinati da questa donna, dal suo scontroso e dolcissimo modo di esistere; ella ha fuso vita e arte in un’unica forma inscindibile.
Una vita travagliata, piena di ombre nella mente per le quali fu internata in ospedali psichiatrici. Il dolore l’ha aiutata a scandagliare l’animo umano. Ha cantato gli esclusi, i malati mentali …
Illuminante questo verso dagli Aforismi e magie, 1999:
“Illumino spesso gli altri ma io rimango sempre al buio”.
Pronti a indicare strade agli altri, siamo titubanti davanti a questioni che toccano la nostra vita. Quale strada si può percorrere?
N.B.
Non si può fare una strada di cui non si coglie il senso.
Non si può percorrere una strada di cui non è chiara la meta. A noi come ai discepoli, nell’oscurità della vita, è dato un anticipo della meta finale.
Cosa è questo anticipo?
Un pregustare nel presente ciò che sarà alla fine.
Questo pregustare nel rapporto che ho con te – anche avendoti visto una volta sola – come ti vedrò nella serietà dell’eterno.
Fino a quando uno non sperimenterà questo anticipo di tenerezza, non può capire chi è Cristo e non riesce a fare tutta la strada.
La nostra strada è così carica di responsabilità davanti al mondo e agli uomini, che bisogna saperne dare i motivi per cui noi ci siamo.
La prima condizione per fare la strada è che sia ragionevole.
Sei capace di seguirlo perché il seguirlo rende la vita cento volte più umana, più vera, più dignitosa.
Dipinti:
Carlo Crivelli, La Pietà di Montefiore, 1471, National Gallery di Londra.
Pittore italiano originario di Venezia.
Il Cristo morto si leva dal sepolcro sorretto da due angeli in piedi sul sepolcro. La mitezza della morbida barba e dei capelli stridono con la mano sollevata e rattrappita del corpo senza vita.

Un angelo gli tiene il braccio sinistro e si volta indietro, l’altro regge la mano destra, appoggiando il suo piccolo volto rattristato sulla spalla di Gesù, con un gesto di grande dolcezza.

Il corpo del crocifisso, un uomo che ha patito infiniti strazi.

I discepoli vissero le ore oscure e terribili della passione.
(alla messa dei fanciulli si fa vedere per motivi pedagogici il più dolce crocifisso di Velazquez …)
– Raffaello Sanzio, “La Trasfigurazione” (Pinacoteca Vaticana)
Considerato uno dei più grandi artisti del Rinascimento e d’ogni tempo.
Questa è la sua ultima opera, mai terminata a causa della sua improvvisa morte, avvenuta nel 1520 con l’aggravarsi di una malattia. Nella camera ove egli morì era stata appesa, alcuni giorni prima della morte, la Trasfigurazione.

L’artista riesce a raffigurare un evento straordinario con una perfezione tale da suscitare negli osservatori un senso di divinità dell’autore.
Nella trasfigurazione ai discepoli fu data un’esperienza di anticipo dell’eternità, per cui tutta la vita fu vissuta come amore a un futuro certo.

La nostra fede non è immotivata; è una fede intelligente.E’ un’esperienza presente – il centuplo quaggiù – la ragione del nostro seguire.