LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura

Dal libro del profeta Isaia

Per amore di Sion non tacerò,
per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo,
finché non sorga come aurora la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada.
Allora le genti  vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
sarai chiamata con un nome nuovo
che la bocca del Signore indicherà.
Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerà più Abbandonata
né la tua terra sarà più detta Devastata
ma tu sarai chiamata Mia Gioia
e la tua terra Sposata,
perché il Signore troverà in te
la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo.
Sì, come un giovane sposa una vergine,
così ti sposeranno i tuoi figli;
come gioisce lo sposo per la sposa,
così il tuo Dio gioirà per te.

Salmo Responsoriale

Rit: Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli  dite le sue meraviglie.

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.

Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.

Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
Egli giudica i popoli con rettitudine.

Seconda Lettura

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per  il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato  il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito,  la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. 

Ma tutte queste cose le opera  l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia. Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria
del Signore nostro Gesù Cristo. Alleluia.

Vangelo 
 
Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». 

Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene  e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». 

Questo a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. 

RIFLESSIONE

Vangelo

Le nozze di Cana. Una festa di nozze a Cana di Galilea; c’era Gesù con la madre e i suoi discepoli.

Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse:«Non hanno vino».

Poi disse ai servitori:«Qualsiasi cosa vi dica, fatela». 

Gesù impartisce l’ordine ai servi:«Riempite d’acqua le anfore»; «Ora … portatene a colui che dirige il banchetto».

Il maestro di tavola constata l’avvenimento miracoloso e rivolto allo sposo evidenzia la portata del miracolo. “Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora.”

Riflettiamo.

A Cana c’è una festa che rischia di fallire per la mancanza di vino. Il vino occupava un posto di tutto rispetto nel banchetto. Il vino esprimeva la gioia della festa.

 (mio nonno, se gli davi l’acqua a pranzo, ti diceva: e ch’aggia fa’ cu l’acqua? L´acqua `nfraceta `e bastimenti a mare).

Le nozze di Cana sono metafora dell’umanità che si scopre in una situazione incresciosa.

(covid-19! .. e non solo). Invece di un bicchiere di vino, la vita offre un’ultima amarezza.

C’è un grido doloroso dentro l’esperienza umana.

C’è chi soffre ed è infelice per le ingiustizie, per la mancanza di lavoro. Altri sono oppressi da un modello di vita irraggiungibile, altri hanno risolto drammaticamente la loro esistenza terrena. Si pensi poi anche all’umiliante condizione dei vecchi abbandonati;  delle donne che subiscono violenza; ai morti sul lavoro. Una strage infinita che nel 2021 ha fatto oltre mille vittime; ai piccoli violentati nella loro innocenza; a chi subisce una lacerazione affettiva … alla strage dei migranti annegati.

Emil Cioran (+1995) è stato un filosofo, scrittore e saggista rumeno.  Nel 1947 decise che non sarebbe rientrato in Romania e che avrebbe da allora in poi scritto solo in lingua francese.

Cioran nasce in una terra di contraddizioni come la Romania, paese latino, cristiano ortodosso che ha vissuto l’esperienza  comunista. Una terra ricca di tradizioni e di superstizioni, il cui «popolo è il più scettico che esista: è allegro e disperato al tempo stesso. Per ragioni storiche coltiva la religione del fallimento».

Ha scritto L’inconveniente di essere nati, 1973; una raccolta di aforismi, paradossi, appunti e considerazioni sparse, nata per sintetizzare e universalizzare il male di vivere e la sua  cupa e tenebrosa visione del mondo.

Gli aforismi di Cioran, caricati da pessimismo estremo, esprimono una profonda amarezza. Gli aforismi però vengono temperati dalla sua ironia.

Nell’opera egli mette a fuoco la visione tragica dell’esistere.

“La vera, unica sfortuna: quella di venire alla luce”.

“Tutto è dolore”.

Per Cioran vivere è una disgrazia e la nascita un’irrimediabile sciagura.                                                                                              

Cioran ha descritto tanto lucidamente quanto cinicamente il dramma della nostra vita.

Attenti.

Cristo trasforma la realtà che sembra avviata verso il fallimento e la orienta in un nuovo orizzonte di gioia.

Dio non vuole che si spenga la festa della vita, non vuole che venga meno la gioia.

Cristo risponde all’originale desiderio del cuore: la gioia della vita.  

Il cristianesimo non è un insieme di precetti per formare il buon cittadino; ma è una promessa di felicità.      

N.B.

In che modo Cristo ridona la gioia a chi l’ha perduta?

Cristo opera il miracolo attraverso la nostra vita, i nostri corpi e le nostre anime; attraverso la materialità della nostra esistenza.

Dipinto

Henri Matisse, Armonia in rosso, 1908, Hermitage, San Pietroburgo.

francese, uno dei più noti artisti del XX sec.,

Il maestro capace di inseguire il filo della bellezza in un secolo che l’aveva smarrito.

Esponente di maggior spicco della corrente artistica dei Fauves (fiere; sta ad indicare la violenza dei colori e dei segni ), usava il colore puro in modo violento e provocatorio, dando all’opera una forte carica espressiva.

Henri Matisse è stato capace di cogliere l’essere come sfolgorìo di luce e di colori.

Attraverso il colore rosso che domina, il pittore esprime la gioia della vita.

Cristo chiama l’uomo alla gioia della vita; la gioia è l’anticipo nel presente della felicità futura.

SEZIONE FANCIULLI

Alzati e Risplendi – Gerusalemme