LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura

Dal libro del profeta Geremia
Ecco, verranno giorni – oràcolo del Signore – nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda.
In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.
In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.


Salmo Responsoriale

Rit. A te, Signore, innalzo l’anima mia, in te confido.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,

insegnami i tuoi sentieri.

Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,

perché sei tu il Dio della mia salvezza.
 

Buono e retto è il Signore,

indica ai peccatori la via giusta;

guida i poveri secondo giustizia,

insegna ai poveri la sua via.
 

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà

per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.

Il Signore si confida con chi lo teme:

gli fa conoscere la sua alleanza.

Seconda Lettura 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi. Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate -, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.
 
Canto al Vangelo   Sal 84,8
Alleluia, alleluia.
Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza. Alleluia.

Vangelo 
Lc 21,25-28,34-36.
 Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saran­no segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le po­tenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nu­be con grande potenza e gloria.

Quando cominceranno ad accadere queste cose, risol­levatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.

State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’im­provviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Ve­gliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di com­parire davanti al Figlio dell’uomo».

RIFLESSIONE

Vangelo. Inizio del cammino di Avvento.

Il vangelo descrive i segni con cui si annuncia il ritorno del Signore. “Vi saran­no segni nel sole, nella luna e nelle stelle, …”

Dipinge un quadro fosco, un’umanità atterrita, schiacciata dalla paura.

Al centro del vangelo c’è l’annuncio della Sua venuta: “Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nu­be con grande potenza e gloria.”

La sua venuta libera dalla paura: “ … risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.”                                                   

Segue l’esortazione ad essere vigilanti:“State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita …”. Si pensi a tutte le forme di esasperazione nel consumo dei beni: alcool, videogiochi … si pensi alla ricerca di stati di vertigine, di coscienza alterata – uso di stupefacenti, alta velocità – di cui gli incidenti stradali sono un terribile riflesso.

Da qui l’imperativo di Gesù: ”Ve­gliate in ogni momento pregando, …”.

Riflessione.

Il vangelo annuncia il ritorno del Signore, la sua venuta finale.

L’ora del ritorno è incerta. Saremo attenti per riconoscere i segni della sua Presenza.

Dobbiamo essere coscienti del tempo; coscienti della vita e del destino; per non ridurre la vita al mangiare, al bere, al divertirci; per non annegare negli affari del mondo.

L’affanno della vita può soffocarci ed impedirci di essere attenti.

N.B.

Il Vangelo esorta ad un’attesa vigilante per superare stanchezza e sfiducia.

Un grande poeta rivela che il cuore dell’uomo è “attesa”  …

Il genio di Leopardi ha espresso come nessuno questa attesa che domanda.

G. Leopardi, Canto notturno, Recanati1830

La poesia è una successione di domande rivolte alla luna, immagine della tensione altissima dell’attesa. Nel paesaggio desolato dell’immensa steppa asiatica, sotto un cielo stellato, un pastore interroga la luna sul perché delle cose e sul senso del destino umano.

“E quando miro in cielo arder le stelle;
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?
Che fa l’aria infinita, e quel profondo
Infinito seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?”

Il pastore chiede alla luna di svelare i misteri della vita e dell’infinito andar nel tempo.

C’è un’attesa insita in ogni domanda.

Attenti. 

Il cuore dell’uomo, nel suo assetto originario, così come Dio lo ha fatto, è attesa.

L’attesa è l’essenza stessa della nostra anima.

Ma questa tensione viene da noi seppellita sotto un cumulo di affanni e distrazioni.

Cosicché l’uomo non aspetta più nulla.

Questa attesa dovrebbe dominare le nostre giornate, permeare le nostre scelte, animare le nostre passioni, le nostre amicizie, i nostri amori, il nostro lavoro.

L’avvento è il tempo in cui attendiamo di  identificare il volto per cui la nostra vita è fatta,

il volto del Destino.

Dipinto                                                                                                                                                 

Giorgione, Ritratto di uomo, 1508, San Diego, California.

Il pittore è chiamato così probabilmente per sottolinearne l’imponenza fisica e morale;  è stato un pittore italiano, veneto, morto in giovane età di peste (+1510).                                                                                                  

Pittore della malinconia; i suoi dipinti sono spesso oscuri, dalle mille sfumature.                              

Un’ultima malinconia si legge sul volto del giovane uomo, proprio in un’epoca – il  Rinascimento che esalta le capacità umane.                                                                                                                                                                          

Proprio quest’uomo che fonda su di sé la vita, viene colto dalla melanconia, il sentimento di chi è consapevole della fragilità della vita, minacciata sempre dalla morte.
Da allora molti personaggi, famosi e non, desiderarono farsi raffigurare con il volto triste,
espressione concreta della profondità dei loro pensieri e della loro capacità di cogliere gli aspetti più amari della vita.

La tristezza è un’affascinante argomentazione con cui il Mistero ci invita a non essere sazi del presente, a vivere  nell’attesa di qualcosa, di Qualcuno che compia l’attesa del cuore.

Dalla malinconica e dolorosa esperienza umana viene su il grido:“Mi manca!” e quindi l’uomo grida:”Vieni!”

Alla fine: Adagio di Albinoni L’Adagio in sol minore (Mi 26), noto anche come Adagio di Albinoni.

Esprime la malinconica attesa dell’uomo.

SEZIONE FANCIULLI