LITURGIA DELLA PAROLA

Prima lettura

Dal libro del profeta Daniele

In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.

Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.

Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.

I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.

Parola di Dio.

T  Rendiamo grazie a Dio.

Salmo Responsoriale

Rit.: Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:

nelle tue mani è la mia vita.

Io pongo sempre davanti a me il Signore,

sta alla mia destra, non potrò vacillare. R/.

Per questo gioisce il mio cuore

ed esulta la mia anima;

anche il mio corpo riposa al sicuro,

perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,

né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. R/.

Mi indicherai il sentiero della vita,

gioia piena alla tua presenza,

dolcezza senza fine alla tua destra. R/.

Seconda lettura

Dalla lettera agli Ebrei

Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.

Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.

Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.

Parola di Dio.

T  Rendiamo grazie a Dio.

Canto al Vangelo – Lc 21,36

Alleluia, alleluia.

Vegliate in ogni momento pregando,

perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo.

Alleluia.

Vangelo

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«In quei giorni, dopo quella tribolazione,

il sole si oscurerà,

la luna non darà più la sua luce,

le stelle cadranno dal cielo

e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.

Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.

Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.

In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

Parola del Signore.

T       Lode a te, o Cristo.

RIFLESSIONE

Vangelo

Gesù prefigura la fine del mondo: “il sole si oscurerà, la luna … le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.”

Non sono minacce catastrofiche relative alla fine del mondo. Si annuncia con immagini apocalittiche, colorite, il crollo del vecchio mondo corrotto e il sorgere del mondo nuovo liberato dal male.

Il vertice di tutta la storia è il ritorno di Cristo. “Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza …”

Gesù poi invita a cogliere i segni del suo ritorno:

Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando spuntano le foglie sapete che l’estate è vicina, così anche voi quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.

Il fico è l’ultima pianta che in primavera mette i germogli per cui, quando inizia a fiorire, si capisce che sta arrivando l’estate.

Analogamente i discepoli devono imparare a riconoscere i segni dell’inizio del mondo nuovo.

Riflettiamo.

Cosa accadrà alla fine?

Gesù prepara i discepoli con il discorso sulla fine di questo mondo; gli ultimi tempi. Anche se tutto cade giù, la storia si chiuderà nelle mani di Dio.

Il destino della storia non è tragico. In fondo alla strada c’è una positività finale.

3. Carducci non la pensava così. Malinconica fu la sua vicenda di vita verso la  fine dell’ ottocento. Sarà profondamente segnato dalla morte del figlioletto Dante; dolore documentato nelle sue liriche (vedi Pianto antico) dove si delinea la vittoria del limite umano.

Giosuè Carducci, Alla stazione in una mattina d`autunno,1875.

Poesia scritta in occasione della partenza della propria amata Carolina (per lui Lidia), in una fredda mattinata d’autunno alla stazione di Bologna.

Nel 1871 il poeta conobbe Carolina Cristofori, una donna ricca di ambizioni culturali, con la quale iniziò un fitto scambio epistolare sfociato in una relazione amorosa. Alla donna, chiamata Lina o Lidia dedicherà molti dei suoi versi e fu proprio in questo periodo che la fama del poeta, come guida nazionale della cultura italiana, si consolidò. Anni in cui teneva la cattedra di Letteratura italiana presso l’Università di Bologna, fino al 1904.

La poesia è pervasa dalla malinconia del poeta per la partenza della donna amata, un addio che si consuma alla stazione di Bologna, sullo sfondo di un malinconico mattino autunnale; c’è il ricordo dei giorni felici trascorsi con lei. Tutto gli riporta alla mente i momenti trascorsi insieme e la loro inesorabile fine. Il fischio della locomotiva, provoca una stretta al cuore del poeta. La scomparsa definitiva del treno mentre la donna lo saluta per l’ultima volta lo getta in un totale stato di sconforto.


Oh qual caduta di foglie, gelida,
continua, muta, greve, su l’anima!
Io credo che solo, che eterno,
che per tutto nel mondo è novembre.

Come le foglie cadono dagli alberi,  i sogni e le illusioni si spengono e cadono sulla sua anima.

Che tristezza questo abbandonarsi ad un totale sconforto.

Alla fine della vita il bilancio è triste.

Attenti.

Per il vangelo la fine della storia coincide con l’inizio del mondo nuovo che si intravede già nei segni che annunciano il ritorno di Cristo.

I segni che annunciano il mondo nuovo sono come la primavera che preannuncia l’estate:
la lotta contro il male, contro la menzogna, contro la criminalità; contro la mentalità del  profitto ad ogni costo; contro l’illegalità; la lotta per la difesa del creato, della madre Terra. Lotta per una politica libera dalla corruzione; per dare un lavoro a tutti, per dare attenzione ai poveri, agli ultimi; tenendo conto delle giuste esigenze di legalità ed integrazione, impegnarsi per una dignitosa accoglienza dei rifugiati.

N.B.

La fatica dell’uomo per costruire il mondo nuovo ha senso se il destino finale è positivo.

Altrimenti è un lavorare per nulla.

La certezza del Suo ritorno dà senso al nostro cammino, al nostro lavoro, alle nostre lotte.

Dipinto.                                               

– Cavallini Pietro, Il Giudizio Universale,  part., 1290, affresco, ciclo di Santa Cecilia in Trastevere, Roma
Pittore italiano, attivo soprattutto a Roma; era l’artista più importante del suo tempo prima di Giotto.

Nonostante sia danneggiato, il Cristo giudice rivela un senso monumentale; ha il volto sereno.

L’attesa del Suo ritorno è la grande avventura della vita umana. La grande avventura che fa della vita un cammino colmo di senso e non una dissoluzione di istanti.

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Sono uomo, sono pane