LITURGIA DELLA PAROLA
Dal libro del Deuteronòmio
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Temi il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni.
Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica; perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto.
Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze.
Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
R. Ti amo, Signore, mia forza.
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore. R.
Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifgio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici. R.
Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato. R.
Seconda Lettura
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, [nella prima alleanza] in gran numero sono diventati sacerdoti , perché la morte impediva loro di durare a lungo. Cristo invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore.
Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. Egli non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso.
La legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio, reso perfetto per sempre.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia. Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. Alleluia.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Parola del Signore.
RIFLESSIONE
Vangelo
Si avvicinò a Gesù uno degli scribi; gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore”; è un invito ad accogliere la Parola di Dio. Da questo ascolto viene la prima indicazione:
“amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”, dove cuore, anima, mente e forza vogliono dire tutto l’uomo.
Poi Gesù indica una seconda conseguenza dell’ascolto della Parola di Dio:
“Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”.
Riflettiamo.
Tutta la rivelazione biblica ruota attorno a questi due cardini: Amare Dio e il prossimo. Vi è un’unità inscindibile fra i due comandamenti.
L’amore al prossimo è il segno visibile dell’amore verso Dio
Quale amore intendiamo?
Il termine «amore» è oggi diventato una delle parole più abusate, con significati molto differenti. Bisogna fare una distinzione; distinguere innanzitutto eros e carità.
Eros è l’amore di desiderio dove l’io va verso l’altro mosso dalla sua bellezza, dalla sua ricchezza dalla sua intelligenza, dal suo fascino.
Sovente l’eros decade; è possessivo, indisciplinato e porta alla degradazione dell’uomo.
Si pensi: Il sesso irresponsabile degrada l’uomo e ne mercifica il corpo.
Carità è l’amore di bontà; è dono, superamento dell’egoismo, amore senza calcolo e senza tornaconto.
L’eros va educato. Deve elevarsi a carità. Amare è un cammino.
L‘eros deve essere capace di sacrifici; deve passare attraverso la strada della rinuncia.
Erich Fromm, L’Arte di amare, 1957. Uno dei libri più conosciuti del XX secolo.
Psicoanalista e sociologo tedesco. Dopo la presa del potere in Germania da parte dei nazisti Fromm emigrò. Visse e insegnò in varie università degli Stati Uniti fra le quali la New York University.
Psicologia post-freudiana che studia l’influenza dei fattori sociali nella formazione della personalità umana.
In questo saggio per il filosofo tedesco, l’amore è una vera e propria arte e, in quanto tale, necessita di cura.
A proposito dell’amore Fromm scrive:
“Amare qualcuno non è solo un forte sentimento, è una scelta, una promessa, un impegno.”
L’amore è un’arte così come la vita è un’arte; si impara, come la musica, la pittura, …
Amare non è solo un sentimento; è una crescita.
Attenti.
Se l’eros impara ad aprirsi all’altro, diventa amore gratuito che vuole il bene dell’altro.
L’uomo diventa capace di Carità, e in questo egli è immagine di Dio, perché Dio è carità.
Nota Bene
Nati da Dio, infinitamente di più di quanto non lo sia un bambino da sua madre, abbiamo la stessa legge: la Carità; dare se stessi per l’altro.
Se l’uomo non si attua nell’amore, rimane insoddisfatto, rabbioso con sé, ostile agli altri.
Dipinto:
Vincent Van Gogh, Il buon samaritano, 1890, Kröller-Müller Museum, Otterlo.
Van Gogh usava intense vibrazioni di colori puri. Nel dipinto c’è il desiderio di una via di uscita dalla depressione. Il pittore olandese ebbe un’esistenza molto difficile (attacchi di panico e crisi depressive lo portarono a ripetuti ricoveri in manicomio).

Quando dipinge questa tela vive una fase difficile della malattia; si sente solo, abbandonato, in sintonia con l’uomo ferito della parabola.

Lungo la strada sterrata in mezzo a campi bruciati dal sole, il Samaritano sta cercando di caricare lo sventurato sul suo cavallo; ha soccorso il malcapitato che non ha la forza di salire da solo sul cavallo; ha curato le sue ferite, perché questi porta sulla testa una vistosa benda.

Amare Dio significa servire l’uomo.