LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura
Dal libro del profeta Ezechièle
In quei giorni, uno spirito entrò in me, mi fece alzare in piedi e io ascoltai colui che mi parlava. Mi disse: «Figlio dell’uomo, io ti mando ai figli d’Israele, a una razza di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri si sono sollevati contro di me fino ad oggi. Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: “Dice il Signore Dio”. Ascoltino o non ascoltino – dal momento che sono una genìa di ribelli -, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
R. I nostri occhi sono rivolti al Signore.
A te alzo i miei occhi,
a te che siedi nei cieli.
Ecco, come gli occhi dei servi
alla mano dei loro padroni. R.
Come gli occhi di una schiava
alla mano della sua padrona,
così i nostri occhi al Signore nostro Dio,
finché abbia pietà di noi. R.
Pietà di noi, Signore, pietà di noi,
siamo già troppo sazi di disprezzo,
troppo sazi noi siamo dello scherno dei gaudenti,
del disprezzo dei superbi. R.
Seconda Lettura
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia.
A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia. Lo Spirito del Signore è sopra di me: mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio. Alleluia.
Vangelo
.Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Parola del Signore.
RIFLESSIONE
Vangelo
Gesù venne nella sua patria. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga.
E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e si domandavano quale fosse l’origine di questa sapienza:
“Non è costui il falegname, il figlio di Maria, …?”
“Ed era per loro motivo di scandalo”.
Di fronte al rifiuto dei nazaretani Gesù cita un proverbio, ampiamente confermato dall’intera storia biblica: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua».
Il popolo di Dio ha sempre rifiutato i suoi profeti.
Riflettiamo.
Gesù è il profeta rifiutato. Ciò che impedisce di credere in lui è il suo modo umile di apparire fra noi. Le sue umili origini sono il pregiudizio da cui nasce il rifiuto.
Attenti.
Il pregiudizio è di chi ritiene di sapere già tutta la verità.
Niccolò Cusano, De docta ignorantia, opera del 1440. un cardinale, teologo, filosofo, umanista, giurista, matematico e astronomo tedesco.
esponente di spicco dell’umanesimo europeo.
Cusano è la più compiuta personalità filosofica del sec. 15º. Egli aveva assimilato tutto il sapere e tutte le filosofie del suo tempo e unì in una grande sintesi, patrimonio ideale dell’età moderna. La sua influenza sull’età successiva è stata enorme.
“Perciò l’intelletto, che non è la verità, non riesce mai a comprenderla (la verità) in maniera tanto precisa da non poterla comprendere in modo più preciso, all’infinito;”
Solo chi riconosce di non possedere tutta la verità, può imparare.
N.B.
Per riconoscere Cristo occorre liberarsi dal pregiudizio. Il pregiudizio viene dall’ambiente e dalla cultura in cui siamo immersi. Una raffica di obiezioni (un fuoco di fila di ma, di se, di forse) genera il dubbio … (libri, film, talk show, noti personaggi pubblici e maestri del pensiero sostengono che lui non è mai esistito, o che era solo un uomo, o era “amico” della Maddalena, o aveva un’amicizia particolare con Giovanni …)
Il pregiudizio impedisce di credere in Lui, impedisce di riconoscere la realtà per quello che è.
Riconoscerlo sarebbe semplice per chi ha gli occhi liberi dal pregiudizio. Come i primi discepoli.
Per quei dodici uomini vissuti in Palestina al tempo di Ponzio Pilato quell’uomo aveva il comportamento di Dio.
Dipinto:
– Georges de La Tour, san Giuseppe, falegname- Parigi, 1642, Musée du Louvre (part.).
Pittore del Seicento francese fortemente influenzato dal Caravaggio. Una resa magistrale della luce sembra sospendere nel tempo i suoi dipinti.

Una semplice candela illumina la bottega dell’anziano falegname Giuseppe. La bottega è completamente immersa nell’oscurità. Il Bambino è la vera fonte di luce che si diffonde dal suo volto trasformando una scena intima e familiare in una rivelazione della sua origine divina.

Il pregiudizio rende l’uomo incapace di riconoscere Dio in quel giovane profeta, Gesù di Nazaret, che aveva lavorato umilmente nella bottega di suo padre.
