Riflessioni

XII Domenica Tempo Ordinario – 20 Giugno 2021

G. De Chirico. Cristo e la Tempesta. Inv. 23149

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura

Dal libro di Giobbe
Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
«Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando usciva impetuoso dal seno materno,
quando io lo vestivo di nubi
e lo fasciavo di una nuvola oscura,
quando gli ho fissato un limite,
e gli ho messo chiavistello e due porte
dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre
e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”?».
 Parola di Dio.

Salmo Responsoriale
R. Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre.

Coloro che scendevano in mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,
videro le opere del Signore
e le sue meraviglie nel mare profondo. R.
 
Egli parlò e scatenò un vento burrascoso,
che fece alzare le onde:
salivano fino al cielo, scendevano negli abissi;
si sentivano venir meno nel pericolo.  R.
 
Nell’angustia gridarono al Signore,
ed egli li fece uscire dalle loro angosce.
La tempesta fu ridotta al silenzio,
tacquero le onde del mare. R.
 
Al vedere la bonaccia essi gioirono,
ed egli li condusse al porto sospirato.
Ringrazino il Signore per il suo amore,
per le sue meraviglie a favore degli uomini. R.

Seconda Lettura

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 
Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.
Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Parola di Dio
 
 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia. Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo. Alleluia.

Vangelo

Dal Vangelo secondo Marco 
In quel tempo, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
 Parola del Signore

RIFLESSIONE

Vangelo.

La tempesta sedata.

Il lago di Tiberiade, essendo una conca circondata da montagne, fa registrare improvvisi temporali causati da violenti correnti d’aria che penetrano attraverso i varchi dei monti.                                                                                                                                
Gesù era nella barca insieme ai suoi discepoli. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca. Egli se ne stava a poppa e dormiva. I discepoli allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?”                                                                                                       

Si destò, minacciò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!” . … e ci fu grande bonaccia.
I discepoli rimasero stupiti. E si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». Egli si rivela il dominatore della natura.

Riflettiamo.

La tempesta sul mare è immagine del male che minaccia la nostra vita. Abbiamo paura.

La paura nasce dalla scoperta che un nostro fondamentale problema non trova risposta.                    

Vittorino Andreoli è uno psichiatra e scrittore italiano:

Si ritiene un non credente ma che un domani potrebbe credere.

Articolo “Le paure non vanno in vacanza” su  Corriere della Sera, 12-7-2009

“Io non so se il tempo presente ci ha donato grandi benefici, di sicuro ha inventato un sacco di paure”.

Si pensi alle nostre paure. L’invasione disarmata dei poveri del sud del mondo, il terrorismo sanguinario, … La paura che l’economia tracolli e porti ad una condizione di povertà o comunque di perdita dello status sociale raggiunto.

In periodo di vacanze estive avvertiamo la paura di non poter godere come per il passato per i limiti di denaro. Abbiamo poi la paura di essere derubati a casa. Paura di ritornare e non trovare più il posto di lavoro o di essere collocati in una mansione sgradita…Paura che si possa perdere la relazione di coppia. Su tutto la paura generata dall’epidemia del virus covid19.

Attenti.                                                                                                                                                          

Aver paura significa che l’incognita è più forte di Cristo.

Vinci la paura dentro la compagnia, se la compagnia è il luogo che ti aiuta nel rapporto con Cristo.

Adesso, nella mancanza di certezze, l’unica cosa che l’uomo si può immaginare è mettersi insieme: gli uni sugli altri così che il tepore animale possa illuderci di vincere la paura. Ma senza di Lui, tra gente che ride, si resta soli con le nostre paure.

Dipinti.                                                                                                                                                        Giorgio de Chirico, Cristo e la tempesta, Musei Vaticani, 1948.                                                                                                                   

De Chirico fu il principale esponente della pittura metafisica; questi dipinti (Vedi Canto d’amore del 1914), sono solitudine e desolazione; esprimono una realtà priva di senso.


De Chirico in concomitanza con la seconda guerra mondiale ha modificato il pensiero degli anni della Metafisica e ha dipinto opere di soggetto religioso che testimoniano un’apertura verso il mistero divino.

La tragica esperienza della seconda guerra mondiale – una tempesta di male sull’umanità – sta all’origine del dipinto; gli uomini travolti dalla paura cercano un aiuto e gridano a Cristo che dorme a poppa.

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