LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura

Dal libro dell’Èsodo
In quei giorni, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!».
Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto».
Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale    
R. Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore. R.

Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene. R.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo. R.

Seconda Lettura

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna.
Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo – il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente?
Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.
Parola di Dio

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia. Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. Alleluia.

Vangelo

Dal Vangelo secondo Marco
Il primo giorno degli àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Parola del Signore

RIFLESSIONE

Vangelo

Nell’ultima cena con i suoi apostoli nel Cenacolo, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la preghiera di benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli e disse:

«Prendete, questo è il mio corpo».

Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro:

«Questo è il mio sangue dell’alleanza, …».

Riflettiamo.

L’Ultima Cena non fu solo una cena di addio. Gesù istituisce l’Eucaristia.

Il gesto misterioso anticipa il dono di tutta la sua vita sulla croce. Corpo donato, sangue versato.

Attenti.

L’ultima cena è il punto di arrivo di uno stile di vita. I pasti di Gesù non hanno solo un valore nutritivo. Sono segno di amicizia e di fraternità.   C’è un pane spezzato, cioè condiviso ( prese il pane, lo spezzò, lo diede …). La sua tavola genera carità, accoglienza, condivisione.

N. B.

L’eucarestia trova la sua realizzazione nella testimonianza di fronte al mondo.

La testimonianza, fino al dono di se stessi, è il culmine della vita cristiana.

Dagli «Atti del martirio» dei santi Giustino e Compagni.
Nato nel paganesimo, Giustino studia a fondo i filosofi greci
, e soprattutto Platone. Poi viene attratto dalla via cristiana.

A Roma si conclude la sua vita. Qui alcuni cristiani sono stati messi a morte come “atei”, cioè nemici dello Stato e dei suoi culti. Si scaglia contro il Senato romano per difenderli dalle menzogne; finisce in carcere, anche lui come “ateo”, per essere decapitato con altri sei compagni di fede, al tempo dell’imperatore Marco Aurelio; II sec.

Gli Atti dei martiri sono i resoconti dei processi e delle morti dei martiri..

“Dopo il loro arresto, i santi furono condotti dal prefetto di Roma di nome Rustico. Comparsi davanti al tribunale, il prefetto Rustico disse a Giustino: «Anzitutto credi agli dèi e presta ossequio agli imperatori». … …
Rustico disse: «Sei dunque cristiano?». Giustino rispose: «Sì, sono cristiano».
Il prefetto Rustico disse: «Se non ubbidirete ai miei ordini, sarete torturati senza misericordia».

… tutti gli altri martiri: «Fa’ quello che vuoi; noi siamo cristiani e non sacrifichiamo agli idoli».

Il prefetto Rustico pronunziò la sentenza dicendo: «Coloro che non hanno voluto sacrificare agli dei e ubbidire all’ordine dell’imperatore, dopo essere stati flagellati siano condotti via per essere decapitati a norma di legge».

Conclusione.

Giustino e Compagni hanno testimoniato la fede fino a dare la vita. Dall’eucarestia nasce un popolo capace di dare testimonianza.

Quel “pane misterioso” ci spinge sulle strade del mondo a servizio degli ultimi; migranti,  donne provate dalla violenza, piene di sogni e di paure,  bambini sperduti, uomini che cercano con disperazione il futuro, trattati come cose e considerati scarti …

L’eucarestia, sorgente della testimonianza, chiede di costruire un mondo più umano; il nostro ormai è vecchio e imputridito.L’eucarestia … Chiede di abbandonare gli idoli del potere e del denaro per testimoniare l’amore all’uomo; per ridare dignità a chi l’ha persa.

Dipinto:

 Matthias  Grünewald, part. Crocifissione, 1516, Altare di IsenheimColmar. Pittore tedesco noto per la drammaticità visionaria con cui ha trattato temi di carattere religioso.

Una Crocifissione di drammatica espressività.

Sotto la croce, accanto al Battista, l’Agnello di Dio (simbolo di Gesù) porta una croce

ha il petto ferito e una coppa raccoglie il fiotto di sangue che ne esce. 

Il Signore Gesù, l’Agnello di Dio, ha dato la sua vita in sacrificio. Ha donato carne e sangue, si è fatto cibo per noi. Il cibo della verità ci spinge a testimoniare con la vita la nostra fede.

Wolfgang Amadeus Mozart.

Ave Verum Corpus, o semplicemente Ave Verum, l’opera K.618;

è un inno eucaristico che viene fatto risalire a una poesia del XIV secolo. L’inno riguarda il credo cattolico della presenza del corpo di Gesù Cristo nel sacramento dell’eucaristia.

«Ave Verum Corpus natum de Maria Virgine,
Vere passum, immolatum in cruce pro homine,
Cuius latus perforatum fluxit aqua et sanguine,
Esto nobis praegustatum in mortis examine.
O Iesu dulcis, O Iesu pie, O Iesu, fili Mariae,
Miserere mei. Amen

«Ave, o vero corpo, nato da Maria Vergine,
che veramente patì e fu immolato sulla croce per l’uomo,
dal cui fianco squarciato sgorgarono acqua e sangue:
fa’ che noi possiamo gustarti nella prova suprema della morte.
O Gesù dolce, o Gesù pio, o Gesù figlio di Maria.
Pietà di me. Amen.»

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