Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro – dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

RIFLESSIONE

Giovanni è il testimone. Rivela che Gesù di Nazaret è l’agnello di Dio …

Per gli ebrei, l’agnello di Dio era un’immagine religiosa familiare; indicava il messia atteso.

Il seguire Gesù nasce da una testimonianza. I due discepoli seguono quel giovane uomo indicato da Giovanni …

Nota bene

Oggi viviamo in un mondo che non dà indicazioni di fede, che non invita a seguire Cristo. 

Non c’è più una visione religiosa del mondo.

L’occidente, la nostra terra, sta perdendo le sue radici cristiane. L’Italia non è più cattolica, non è più cristiana, non lo è da molto tempo. Oggi viviamo nella città secolare. Intere masse di uomini e di donne si staccano dalla fede.

Giorgio Caproni, Determinazione, in Il franco cacciatore, 1973-1982.

Nel 1990 si spegneva a Roma, una delle più significative voci poetiche del Novecento.

Il suo essere non credente non è indifferenza; anzi Caproni ripetutamente si rivolge a Dio.

Caproni disse di aver scritto poesie nel deserto. Il deserto della realtà.

Il deserto è un luogo in cui un tempo c’è stata la vita; un luogo una volta pieno di vita, ed ora abbandonato.

C’è stato Qualcuno nel deserto, Qualcuno è passato.  Il suo passaggio è stato registrato dal mondo …  Conoscemmo il suo nome e le sue generalità pure: Dio, Gesù Cristo, Figlio di Dio.

Quasi nessuno ormai nega che sia avvenuto questo passaggio.

    «Lo abbiamo/ lasciato passare diritto/ davanti a noi.// E solo/ quand’è scomparso, il deserto/ ci è apparso chiaro.// Che fare […]Abbiamo /voltato le spalle al vuoto/e al fumo.

Abbiamo/ scosso le spalle./ Faremo,/ ci siamo detti, senza/ di lui.// Saremo,/ magari, anche più forti/ e liberi.// Come i morti».

Questa è la constatazione drammatica della poesia di Caproni. C’è stato Qualcuno, un tempo, che ha fatto compagnia all’uomo nel deserto della vita. Ora di quella storia sembra rimasto solo il racconto. Sembrano rimaste soltanto le parole che, da sole, non fanno compagnia in un deserto.

Nei suoi versi, tutto risulta venato da un senso di nostalgia per un “tu” assente…:

La sua vicenda poetica segnala la difficoltà dell’uomo moderno a riconoscere Cristo.      

Attenti.

In questo mondo siamo chiamati a testimoniare la Presenza del Mistero che è venuto tra noi.

Il Mistero che ci fa esistere, che ci circonda, che suscita le nostre domande, i nostri desideri, è qui! 

Il nostro compito è Testimoniare con la vita che il Mistero è qui! Anche davanti  alla tragedia più grande (pandemia …); anche davanti alla montagna di spazzatura morale da cui siamo circondati: l’illegalità, la camorra, la corruzione, la cattiva politica, la pedofilia, il bullismo dei ragazzi che si trasformerà in prepotenza nei rapporti affettivi più nobili – vedi stalking – e nel mondo del lavoro, il mobbing …

Lui è qui e vincerà su tutti i disastri provocati dalla superbia umana.

Alt!

Ma il Mistero – Cristo! – si riconosce solo in forza di un’esperienza in cui “uno” si sente abbracciato.

Cristo non è qualcosa che abbiamo letto sui libri.

Il cristianesimo non è una predica. Il cristianesimo deve diventare nostra esperienza, oggi, altrimenti non c’è.

E’ un’esperienza, un fatto in cui si è coinvolti con la propria umanità. Come accadde ai primi due che lo hanno incontrato.

Dipinto: Caravaggio, Rinnegamento di Pietro, 1610. New York al Metropolitan Museum of Art; dipinto a Napoli. 

Per realizzare i suoi dipinti egli crea una camera oscura. I modelli sono suoi amici, gente incontrata per strada, nella bettole, sui marciapiedi. In contrasto con le norme di decoro volute dalla chiesa, le sue opere spesso furono spesso rifiutate perché prive di convenienza morale.

L’apostolo porta le vesti del suo tempo: l’avvenimento è accaduto in un momento preciso della storia. Il soldato e la serva invece hanno abiti seicenteschi: la negazione di Cristo avviene in ogni tempo.

In una notte buia, con ombre profonde e senza luce artificiale, un soldato, con elmo e armatura, da sinistra si accosta al volto della serva.

La serva con il viso oscurato dall’ombra scruta il soldato da vicino; 

indica con la mano sinistra Pietro e dice: “ anche lui era con Gesù”.

Pietro, sorpreso, si ritrae, reagisce: « io? Io non lo conosco».

E’ il momento del rinnegamento nella notte.

C’è sempre il rischio di non riconoscere Cristo; di rinnegarlo.

Non si può negarlo, si può solo rinnegarlo, cioè non riconoscerlo: ma Lui è qui. Una presenza indistruttibile.

SEZIONE FANCIULLI

Silenzioso Dio

Io ti amo, silenzioso Dio

che ti nascondi dentro un po’ di pane
come un bambino dentro la tua mamma
oggi tu entri nella vita mia.

Io ti adoro silenzioso Dio
che mi hai creato con immenso amore
e inviti l’uomo nella casa tua
alla tua mensa nell’intimità.

Pane di vita sei Cristo Gesù per noi
e per l’eternità la vita ci darai.
Pane di vita sei Cristo Gesù per noi
e per l’eternità la vita ci darai.

Tu sazi l’uomo con la vita tua
un infinito dentro le creature
e l’uomo sente e vede il volto vero
di un Dio che vive nell’umanità.