Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
RIFLESSIONE
Il Signore si rende presente attraverso la sorprendente nascita di un Bambino…
Maria, una ragazza sconosciuta, risponde all’iniziativa di Dio con una disponibilità totale.
Quel Bambino riempì di una gioia infinita il suo cuore di madre.
Attenti.
Dio è venuto al mondo come tutti gli uomini, come un bambino dal seno di sua madre.
Quando in una casa nasce un bambino, ai genitori, ai nonni, alla famiglia ed agli amici, è chiaro che è un fatto. Non si perde tempo a discutere: ci si preoccupa di nutrirlo, proteggerlo; occorre un nuovo letto, una nuova stanza, occorre pensare a come mantenere il nuovo arrivato; ci si alza la notte se ha bisogno di noi. Si mobilita tutta la casa. Si chiama accoglienza.
Cesare Pavese, La letteratura americana e altri saggi, postumo nel 1951.
In Piemonte, nacque nel 1908 Cesare Pavese. Il 27 agosto 1950, dietro la porta chiusa di una stanza dell’Albergo Roma, a Torino, Pavese mette fine alla sua esistenza.
La sua vita è la storia di un destino tragico, storia di un disperato bisogno d’amore. Le sue opere testimoniano il fallimento, la solitudine come “cifra” del proprio destino.
In questa antologia che raccoglie tutti i saggi e gli articoli scritti tra il 1930 e il 1950, Pavese scrisse: “Tutti lo cercano uno che scrive, tutti gli vogliono parlare, tutti vogliono poter dire domani “so come sei fatto” e servirsene, ma nessuno gli fa credito di un giorno di simpatia totale, da uomo a uomo”.
Ecco cosa desiderava Pavese: un giorno di simpatia umana, totale.
Tutta la sua opera testimonia l’attesa di un abbraccio di simpatia totale.
L’uomo aspetta un abbraccio di simpatia totale per essere strappato dalla solitudine a cui la vita lo inchioda.
Anche noi attendiamo uno sguardo di bene la sera; attendiamo di essere abbracciati fino al nostro ultimo segreto. Nel bambino nato a Betlemme e divenuto uomo come noi, il Mistero è venuto a donarci un giorno di simpatia totale.
Nota Bene
Il Natale è tempo di accoglienza. Dio, il Mistero abbraccia l’uomo.
Natale è accogliere Cristo e, in Lui, i fratelli.
I cristiani sono chiamati ad essere testimoni dell’accoglienza e della condivisione.
Il Natale diventa tempo di accoglienza se si traduce nelle opere di misericordia. Tempo di accoglienza di coloro che hanno fame e sete, sono forestieri, nudi, malati, prigionieri, disoccupati, cassintegrati, … Il Natale è accogliere i desolati della terra.
Dipinto
Giovanni Battista Salvi da Sassoferrato suo paese di nascita (presso Ancona). Metà XVII secolo ; Madonna con Bambino dormiente.

Le tele del Sassoferrato hanno un’elevata qualità pittorica con colori puri, nitidissimi. Le sue opere sono piene di dolcezza e di sentimento religioso.
E’ stato giustamente chiamato il pittore delle Madonne.
La Madonna ha il pallore sul volto, il colore acceso del manto (rosso e azzurro), la purezza e la grazia dei lineamenti.

Il successo delle Madonne da lui dipinte fu enorme; ma col tempo furono reputate uguali le une alle altre e andarono perdendo d’interesse. Solo nei secoli successivi si è guardato con occhio nuovo le tele del Sassoferrato.
Maria è una giovane mamma; abbraccia dolcemente il Bambino che dorme in una morbida posa.

Accogliamo, come Maria, il Mistero che si rende familiare a noi.
Alla fine:
J. S. Bach: Cantata BWV 147, Corale: Jesus bleibet meine Freude, (Gesù rimane la mia gioia); è anche una canzone di Natale popolare; il brano è conosciuto a livello mondiale.