Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Parola del Signore
RIFLESSIONE
Prima Domenica di Avvento. Inizia il cammino verso Natale.
Il vangelo annuncia il ritorno del Signore, la sua venuta finale.
L’ora del ritorno è incerta. Saremo attenti per riconoscere i segni della sua Presenza.
Dobbiamo essere coscienti del tempo; coscienti della vita e del destino; per non ridurre la vita al mangiare, al bere, al divertirci; per non annegare negli affari del mondo.
N.B.
Il Vangelo esorta ad un’attesa vigilante davanti al destino che viene.
Un grande poeta rivela che il cuore dell’uomo è “attesa” …
Novalis, I canti spirituali di Novalis , XII.
Novalis, poeta di spicco del Romanticismo, morì che non aveva trent’anni.
I Canti spirituali sono poesie religiose. Sono 14, ideati e stesi tra il 1799 e il 1800.
Influirono su tutta la sua vita e la sua opera, la salute precaria (che lo portò a vivere sempre con “lo spettro della morte” addosso) e la severa educazione religiosa ricevuta dal padre.
Oltre a questo, un lutto gravò presto la sua anima influendo su gran parte della sua produzione: la morte di Sophie, la sua fidanzata bambina (morì all’età di quindici anni di tisi). Novalis ne era profondamente innamorato; ricordando il momento in cui la conobbe e se ne invaghì perdutamente, dirà: “Furono quindici minuti che cambiarono la mia vita”).
La morte di Sophie lasciò nell’animo del poeta una ferita profonda …. L’esperienza dolorosa è resa ancora più amara dalla scomparsa poco più tardi del fratello prediletto.
Il ricordo doloroso di Sophie accende un’attesa. Si rivolge a Cristo, con un’accorata preghiera.
“Dove sei tu, conforto del mondo?
Pronta da tempo è già la tua dimora.
Ti guarda con anelito ogni cosa,
sgombro da ogni cosa, Ti aspetto”.
Il cuore del poeta, libero da ogni ostacolo, è spalancato davanti al Mistero.
L’uomo si protende verso il cielo, pieno di un’attesa che agita il suo cuore.
Attenti.
Il cuore dell’uomo, nel suo assetto originario, così come Dio lo ha fatto, è attesa; attesa che domanda.
L’attesa è l’essenza stessa della nostra anima.
Ma questa tensione viene da noi seppellita sotto un cumulo di affanni e distrazioni.
Cosicché l’uomo non aspetta più nulla.
Questa attesa dovrebbe dominare le nostre giornate, permeare le nostre scelte, animare le nostre passioni, le nostre amicizie, i nostri amori, il nostro lavoro.
L’avvento è il tempo in cui attendiamo di identificare il volto per cui la nostra vita è fatta,
il volto del Destino.
Dipinto: Modigliani Amedeo, ritratto di Jeanne Hébuterne, 1919.

Pittore italiano. Morì a trentacinque anni; celebre per i suoi ritratti femminili caratterizzati da volti stilizzati e da colli affusolati. Spesso l’espressione è pensosa e di struggente malinconia.
Jeanne Hébuterne, pittrice francese, conobbe Amedeo Modigliani con il quale andò a vivere e del quale divenne principale soggetto artistico.

Modì visse la sua esistenza breve, povera e soltanto a tratti rischiarata da qualche labile successo, divenuta più serena grazie al generoso amore di Jeanne Hébuterne, studentessa dell’Accademia Colarossi, che rimase accanto a lui fino alla fine, nel 1920. Il suo stile di vita (alcool, droga, …) minò la salute. Il 24 gennaio 1920 Amedeo Modigliani muore.
Il giorno dopo Jeanne Hébuterne, incinta di otto mesi, si suicida gettandosi dalla finestra del quinto piano della casa dei suoi genitori. Devota compagna sino all’estremo sacrificio”.
La sua pittura ha i colori dell’anima; è un inno alla vita, melanconicamente offuscato dal pensiero della precarietà di ogni cosa.
Cosa segnala questa malinconia?
Questa tristezza è l’inconsapevole domanda di felicità a cui Cristo risponde.
Alla fine: Samuel Barber, Adagio per archi. Eseguito per la prima volta nel 1938, è il brano più famoso di Barber.
Questa musica inizia in sordina, con uno stato d’animo cupo, misterioso e nostalgico, e si costruisce lentamente fino a raggiungere il culmine con la sua grandezza e un senso di adorazione e di lode a Dio.
La musica descrive il presentimento del cuore dell’uomo: l’uomo aspetta, Lo aspetta.
SEZIONE FANCIULLI
LUCE CHE SORGI
Luce che sorgi nella notte,
cantiamo a te, o Signore!
stella che splendi nel mattino
di un nuovo giorno,
cantiamo a te, Cristo Gesù;
cantiamo a te, o Signore!
Mentre il silenzio avvolge la terra
tu vieni in mezzo a noi, Parola del Padre:
riveli ai nostri cuori l’amore di Dio.
A te la lode, a te la gloria, nostro Salvatore! RIT.
Mentre la notte si fa più profonda
tu vieni in mezzo a noi, Splendore del Padre:
e doni ai nostri cuori la luce di Dio.
A te la lode, a te la gloria, nostro Salvatore! RIT.
Mentre l’attesa si fa invocazione
tu vieni in mezzo a noi, o Figlio del Padre:
e porti ai nostri cuori la vita di Dio.
A te la lode, a te la gloria, nostro Salvatore! RIT.