Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
RIFLESSIONE
La storia si concluderà con un giudizio. La carità è il criterio con cui verrà giudicata la vita.
Cristo con il suo gesto finale risponde ad un’esigenza di giustizia …
… per dare giustizia ai desolati e agli sconfitti della storia, a tutte le vittime innocenti …
Questa esigenza di giustizia è molto avvertita nella società moderna.
Max Horkheimer, La nostalgia del totalmente altro, 1970.
Filosofo tedesco, esponente della Scuola di Francoforte, ha diretto l’Istituto per la ricerca sociale.
Pur avendo le radici culturali in Marx e Freud, cioè lontano dalla fede, con onestà intellettuale, riconosce che l’uomo si pone domande sul senso della vita.
Per Horkheimer la società è ingiusta.
Una giustizia perfetta non potrà mai essere realizzata nella storia.
Difatti, “quando anche la migliore società avesse a sostituire l’attuale disordine sociale, non verrà riparata l’ingiustizia passata …”.
Chi ha subito ingiustizie, col giungere della sua morte, vede l’impossibilità di ottenere giustizia.
Nessuna forza socio-politica può rimediare alle ingiustizie subite dall’uomo nella storia passata.
Chi potrà rendere giustizia a tutti gli oppressi della storia passata?
Chi farà giustizia a tutti i morti a causa del Covid-19 ?…
Vi ricordate l’ottimistico #hashtag andrà tutto bene promosso da Governo, mondo della scuola e tanti altri? Sarà vero per chi la scamperà. E il resto? per chi è rimasto vittima?
Il bisogno di giustizia origina la nostalgia del “totalmente altro”.
L’uomo non accetta che tutto il dolore, il sangue, le lacrime che hanno costellato la storia, siano stati invano; desidera alla fine una giustizia per tutti gli uomini; per gli umiliati, gli oppressi e gli innocenti.
Nutre la speranza che l’ingiustizia non sia l’ultima parola della storia.
Attenti.
Verrà l’ora, che nessuno sa, in cui il grande Signore del mondo ritornerà.
Quando Lui ritornerà e si manifesterà, radunando tutti gli uomini di tutti i tempi, sarà come in un grande stadio che è l’universo intero. Egli risponderà al grido di giustizia che si leva dagli oppressi della terra. Quello sarà il giorno del trionfo di Cristo.
Dipinto:
Michelangelo, part. Cristo Giudice del Giudizio Universale, Cappella Sistina: 1535–1541.

Il Cristo giudice e re dell’universo irrompe in un nimbo di luce con potenza e forza. Il suo gesto divino è imperioso e pacato.
La grandiosa composizione si incentra intorno alla figura dominante del Cristo, colto nell’attimo che precede quello in cui verrà emesso il verdetto del Giudizio Universale.

Il giudizio di Dio è che si manifesti la verità di tutta la storia. Alla fine, congedo:
*Georg Friedrich Händel : +1759; compositore tedesco naturalizzato inglese, uno dei più grandi musicisti del Barocco. Il capolavoro Messiah è la sua composizione più famosa.
Ascoltiamo Dal Messia, il coro: Alleluia! (mentre una cascata di Alleluja attraversa il dipinto proiettato). Inneggia a Cristo re dell’universo.