Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.

Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

RIFLESSIONE

La parabola rivela l’agire di Dio.

Il padrone della vigna ha dato un denaro anche agli ultimi per il sostentamento di una famiglia a quel tempo. Dio agisce con criteri di misericordia, non solo di giustizia.

Osserva.

Nel Vangelo è Dio che cerca l’uomo. Chiama tutti e a tutte le ore.

Ogni momento è occasione di salvezza. Dio ci insegue.

Dio entra nella nostra vita, all’ora imprevista, all’incrocio inatteso.

 Dino Buzzati, In quel preciso momento, 1950.

Maestro di giornalismo e scrittore di fama mondiale, maestro di onestà e di modestia.                                        

… non credente, non è mai stato un ateo, un uomo senza Dio.  «Ho nostalgia di Dio, e chi non l’avrebbe?», rivelava negli ultimi mesi a un collega.                                                                                                      

In quel preciso momento: Raccolta di racconti brevi, prose, riflessioni, apologhi, appunti e pagine di diario. Con una narrativa fiabesca affronta la ricerca dell’assoluto, la disperata attesa di un’occasione di salvezza. Questa pagina esprime il suo atteggiamento dinanzi alla fede.

“Dio pazientissimo, giorno e notte ci insegue, dove meno si pensa ci attende all’agguato, non ha bisogno di croci o di altari, anche nei vestiboli di marmo sterilizzato che non si possono nominare egli viene a tentarci proponendoci la salvezza dell’anima”.

Queste parole sembrano scritte da un credente; Buzzati invece non credeva nel Dio che gli avevano insegnato.

Rifiutò l’estrema unzione, ma l’ultimo bacio lo diede al crocifisso che pendeva al collo della suora, l’infermiera giovanissima che lo accudì nel suo ultimo mese di vita a causa di un tumore.

Agnostico fino all’ultimo, sapeva che Dio ci insegue persino alla toilette.

Attenti.

In ogni stagione della vita il Mistero non ci abbandona mai e risponde alla domanda di salvezza anche se fosse espressa nell’ultima ora. Anche l’ultima ora può essere decisiva.

L’Eternità è in agguato. Sempre.

Dipinto:

Beato Angelico: part. Crocifissione del Buon Ladrone. (1441, Convento S. Marco, Firenze)

Fra Giovanni da Fiesole fu effettivamente beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 1984, anche se già dopo la sua morte era stato chiamato Beato Angelico sia per l’emozionante religiosità di tutte le sue opere che per le sue personali doti di umanità e umiltà.

Gli affreschi di San Marco sono i più famosi ed amati del Beato Angelico.

Essi aiutano la devota contemplazione; invitano alla meditazione religiosa.

L’intensità dello sguardo con cui il buon ladrone si rivolge a Cristo testimonia la sincerità  della domanda: “Ricordati di me … ”

Pensiamo a quest’uomo che hanno crocifisso insieme a Cristo per i delitti e gli omicidi commessi.

Era un assassino. Soltanto che in quel momento – nell’ultima ora! – si è accorto di una Presenza.Sull’estremo limite della sua esistenza mette a segno il colpo più importante: chiede senza pretesa e con umiltà; e ottiene la salvezza.  Anche una briciola di tempo basta per salvarsi se vissuta con intensità davanti all’Eterno.

SEZIONE FANCIULLI

Francesco Vai