Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
RIFLESSIONE
In un clima di indifferenza degli uni verso gli altri, dimentichiamo la correzione fraterna; decisiva per il bene della persona. Solo se ci correggiamo, possiamo crescere.
Non è vero amore lasciare che l’amico viva senza rendersi conto del proprio errore.
Marco Tullio Cicerone, Laelius de amicitia (più noto come De amicitia: “Sull’amicizia”), è un dialogo di carattere filosofico del 44 a.C. di Cicerone, maestro di retorica; in realtà si tratta di una sorta di monologo tenuto, da Lelio, un eminente uomo politico romano.
Il dialogo contiene l’elogio dell’amicizia; segnala una disperata necessità di rapporti sinceri,
in una società (quella romana) in cui i legami erano interessati (per motivi politici).
“… chissà perché, ha ragione il mio amico Terenzio quando dice:
L’ossequio genera amici, la verità odio”.
L’adulazione è la peggior peste di un’amicizia, distrugge la verità. (…yes-man).
Invece è indice di vera amicizia ammonire ed essere ammoniti.
Se ti sono amico non posso non segnalarti ciò che non va.
4. Attenti
In epoca di esasperata affermazione dell’io, la correzione fraterna chiede prudenza. Va fatta senza asprezza e con amabilità, per offrire le ragioni.
Il compito della comunità è quello di richiamarti alla “ragione”.
E’una voce che ti dice: “Guarda meglio!“
“Dico una cosa a te per ricordarla innanzitutto a me”.
La correzione fraterna è espressione di amicizia vera. L’amicizia è vera se aiuta a camminare verso il Destino. La correzione fraterna aiuta a camminare verso il destino.
Dipinto:
Guido Reni, Pietro e Paolo, 1605.

Qui sono impegnati in una discussione animata. Pietro, pensieroso, seduto, coi capelli bianchi, inclina la testa da un lato. La sua mano sinistra sta esprimendo un’idea. Paolo, con i capelli scuri, in piedi; con la mano sinistra regge il libro sacro, la mano destra, sollevata in un gesto di spiegazione, mentre guarda Pietro.

Un sorprendente esempio di correzione fraterna.

Il dipinto fa riferimento al famoso incidente d’Antiochia.

Ad Antiochia, Pietro si scontrò con Paolo, in un ”incidente” che questi riferisce nell’epistola ai Galati. Fino a quel momento Pietro frequentava i pagani e mangiava con loro ma all’arrivo di alcuni giudei, provenienti da Gerusalemme, per timore si allontanò da loro e si attenne alle prescrizioni mosaiche. Paolo gliene mosse vivo rimprovero poiché questo atteggiamento era contrario al pensiero cristiano pur rendendogli omaggio come capo del gruppo apostolico. Il richiamo che faccio all’amico è un aiuto a ritrovare la strada.

