Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.

Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».

Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».

Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Parola del Signore.

RIFLESSIONE

Due considerazioni:

— C’è una domanda a cui il vangelo vuole dare risposta. La salvezza è solo per Israele o per tutti? La tradizione religiosa di Israele metteva l’accento sulla promessa fatta al popolo eletto.

Nel Vangelo la salvezza è rivolta a tutti gli uomini. Il cuore di Dio non ha limiti e il suo amore si estende a tutti, senza distinzione. La comunità di Gesù Cristo non ha confini spaziali; ogni uomo può essere accolto.

 – La Cananea è il modello dell’autentico credente.

Non ha smesso di pregare finché non ha ricevuto risposta.

La fede sincera e perseverante è la condizione per ottenere la salvezza.

A s. Agostino quella donna cananea ricordava sua madre Monica. Anche lei aveva inseguito il Signore per anni, piangendo e chiedendogli con le lacrime la conversione del figlio.

La madre dedicò tutte le sue energie nel seguire il figlio che, crescendo, si era dato ad una vita licenziosa e di piaceri. Monica pregava, piangeva. Quando divenne eretico, manicheo, disperata, finì col considerare il figlio ormai perduto. Finchè una notte, in sogno, sentì una voce che le diceva : ”E’ impossibile che un figlio di tante lacrime vada perduto”.

Monica passò la notte in lacrime sulla tomba di san Cipriano (Agostino, Confessioni, V,8,15).

Dopo tante lacrime, sospiri e preghiere, Monica ottenne dal Signore la conversione del figlio.

Dipinti:    

Tristán De Escamilla Luis, S. Monica, 1616, Museo del Prado, Madrid.

Luis Tristán era apprendista nella bottega di El Greco per diversi anni;  fu influenzato nello stile, in particolare le proporzioni tipicamente allungate e una dominante bluastra.

Lo stile inquietante, con colori bluastri, esprime l’intenso sentimento religioso di chi sa che solo Dio può rispondere alla sconfinata domanda del cuore. 

Il volto di santa Monica, con i suoi occhi bagnati di lacrime, esprime una fede autentica e profonda.

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