Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».

Parola del Signore.

RIFLESSIONE

La parabola insegna che nel mondo accanto al bene c’è il male.

Siamo chiamati a vivere, lavorare e lottare, dentro questo mondo tra bene e male.

Ricordiamo che: Bene e male sono nel cuore di ogni uomo.

Attenti.

Per eliminare subito il male, si rischia di sopprimere l’uomo.

Il Signore aspetta fino all’ultimo, il tempo della mietitura, per sradicare il male dal nostro cuore. (il giudizio finale).

Dio ha pazienza; ha fiducia nell’uomo e attende. … sollecita fino all’ultimo nella speranza che l’uomo si ravveda. 

Egli ha nelle sue mani i destini del mondo; manifesta la sua onnipotenza nella pazienza.

Sant’Agostino commenta:

« Dio, che ci ha creati senza di noi, non ha voluto salvarci senza di noi ».

(Sermo 169, 11, 13: PL 38, 923.)

N. B.

Impariamo dalla Bontà di Dio ad avere pazienza.

Nessuno è perduto per sempre. L’uomo non è la somma delle sue debolezze.

L’uomo non coincide con il male che ha commesso ma con il desiderio di bene che Dio ha scritto nel suo cuore.

Dipinti

Arte bizantina, realizzata a Costantinopoli nel VI secolo d.C.; conservato nel  Monastero greco ortodosso di Santa Caterina, Sinai. (Il termine icona deriva dal greco “eikon”, che può essere tradotto con immagine, e nel campo dell’arte religiosa identifica una raffigurazione sacra dipinta su tavola.)

Non esiste prospettiva spaziale. La figura è bidimensionale, senza volume. La fissità dello sguardo potenzia la calma grandezza della figura.

Cristo, Salvatore dell’uomo, ha pazienza e attende fino all’ultimo per salvare l’uomo.

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