Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 20,19-23
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte
del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!».
Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo.
A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Parola del Signore
Riflettiamo
Pentecoste era già una festa giudaica (dal greco pentekostè -“cinquantesimo” giorno dopo Pasqua).
Celebrava la bontà di Dio Padre; era legata alla festa del raccolto, quando si ringraziava Dio che sosteneva il suo popolo con i frutti della terra e con il dono della Legge (la Torah sul Sinai).
In quel giorno ci fu l’effusione dello Spirito Santo sugli apostoli.
Lo Spirito trasforma i pavidi fuggiaschi chiusi nel Cenacolo in coraggiosi testimoni.
Cosa sarebbe il cristianesimo senza lo Spirito Santo?
Il cristianesimo sarebbe un insieme di fatti del passato da ammirare, ma che non incidono sulla nostra vita (Gesù sarebbe un grande personaggio del passato come Giulio Cesare, Napoleone, Garibaldi …).
L’insieme dei riti sarebbe una noiosa ripetizione senza pungolo sulla vita.
Senza Cristo e il suo Spirito, la vita sarebbe la noiosa ripetizione del già visto.
Friedrich Nietzsche, La Gaia scienza. 1882
Per Nietzsche, la teoria filosofica dell’eterno ritorno significa che ogni evento l’abbiamo già vissuto infinite volte nel passato, e lo vivremo infinite volte nel futuro. La nostra stessa vita è già accaduta, ed ogni attimo di essa, in questo modo, perde ogni importanza.
“Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione […]”.
L’eterno ritorno dell’uguale è una trappola statica alla quale è sottoposto il destino umano.
Solo il “Superuomo“, per Nietzsche, può liberare l’uomo condannato da sempre alla stancante ripetizione del quotidiano.
Nota Bene.
Lo Spirito è la novità della vita!
… è l’inizio di qualcosa che non c’è mai stato prima: un’irruzione del nuovo che mette in moto un processo nuovo.
Lo Spirito del Risorto rende presente Cristo alla nostra vita … entra nel mondo innanzitutto attraverso i chiamati …
Viene a trasformare la nostra vita; ci rende diversi.
Attraverso il cambiamento della nostra vita, Egli cambia la vita del mondo.
Dipinti:
Van Gogh, Donna contadina. – tecnica a carboncino. Tra i suoi primi disegni, nel periodo scuro olandese; tra il 1881 e il 1885. Sono gli anni in cui l’artista è segnato da una forte religiosità.

Le scene dei campi furono uno degli interessi di tutta la vita di Van Gogh.
Il mondo contadino, condannato da sempre al duro lavoro dei campi, esemplifica come tutta la vita può essere una noiosa ripetizione delle solite azioni.
Marco Ivan Rupnik, Pentecoste – Cappella sede Vescovile di Tenerife – Isole Canarie.

Artista, teologo e gesuita sloveno, vivente, presbitero appartenente ai Gesuiti; ha realizzato famosi mosaici in tutt’Europa. Egli tenta una lettura del significato teologico dell’arte moderna alla luce della tradizione religiosa russa.
La Pentecoste in questo mosaico si riferisce direttamente al racconto degli Atti degli Apostoli dell’evento della Pentecoste. Erano presenti Maria e gli apostoli …
Lo Spirito è la novità della vita.
Se la nostra libertà apre le braccia e dice: “ Vieni!”, Egli viene a trasformare la nostra vita; ci
rende diversi.
Musica:
Ludwig van Beethoven
Gloria della “Missa Solemnis in Re maggiore, Op. 123”. (prima parte).
La Messa è strumentata per un grande organico, con orchestra comprendente flauti, oboi, clarinetti, fagotto, controfagotto, corni, trombe, tromboni, timpani, organo ed archi in proporzione, quattro cantanti solisti e coro.