Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse:«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.

Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».

Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.

Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

Riflessione

Con l’immagine del pastore i primi cristiani esprimevano l’appartenenza a Cristo. 

I primi discepoli erano certi di essere nelle mani di Cristo. In lui ponevano la sicurezza della loro vita.

Nota bene.

Oggi l’uomo vive un’incertezza di vita.  C’è uno smarrimento accentuato dalla crisi economica e dalla mancanza di lavoro, dall’invasione silenziosa dei poveri, dal terrorismo sanguinario, dai lampi di guerre alle porte dell’ Europa …(Libia, striscia di Gaza in Palestina), dalla malavita organizzata che continua a dilagare; … qui a Napoli le stese vergognose della camorra per dettare legge sui territori … in ultimo il covid19 che ha sconvolto la vita personale, sociale ed economica.

L’emergenza sanitaria legata al Covid-19 (con le misure di contrasto sempre più stringenti) ha amplificato l’incertezza e la paura …

Ma … in che mondo stiamo?                                                                                                                                                 

Eugenio Borgna: “La fragilità che è in noi”,  Torino, 2014

(è uno degli esponenti italiani di punta della psichiatria fenomenologica).  

Riflette sugli aspetti oscuri di una condizione umana che ha molti volti … la malattia fisica e psichica, l’adolescenza – con le sue vertiginose ascese nei cieli stellati della gioia e con le sue discese negli abissi dell’insicurezza e della disperazione -, la condizione anziana, lacerata dalla solitudine(tragicamente emersa in questi giorni nel Pio Albergo Trivulzio, casa di cura di Milano destinata da secoli agli anziani meno abbienti)

“La coscienza della nostra fragilità, della nostra debolezza rende difficili e talora impossibili

le relazioni umane: siamo condizionati dal timore di non essere accettati, e di non essere riconosciuti nelle nostre insicurezze e nel nostro bisogno di ascolto e di aiuto”.

Si è generata la società della paura, con conseguente smantellamento delle sicurezze.

Il navigatore della rete non sa su che cosa appoggiare la vita.

Attenti.

Per te è diverso …

L’uomo cristiano, immerso nel mistero di Cristo risorto, sta in una posizione nuova.

Apparteniamo a Cristo Risorto, il Pastore buono. Siamo suoi. Egli è la nostra forza, una sicurezza di vita.

Dire oggi che Cristo Risorto è il Pastore buono, significa dire che Lui è il Signore … Significa dire che la vicenda umana, così triste ed insensata ai nostri occhi, si concluderà ai suoi piedi.

Dipinti:

Mary Stevenson Cassatt, pittrice statunitense. XIX sec. Visse molto tempo in Francia; diede una particolare attenzione all’intimo legame che si realizza tra le madri e i loro bambini.  Una scena di tenera intimità; il bambino è morbidamente tra le braccia sicure della mamma.

In  questo legame pieno di affetto con la mamma, il bambino riconosce la propria appartenenza. Se gli domandassi “Tu di chi sei?” ti risponderebbe: “Io sono di mamma!”

Alla domanda i nostri padri rispondevano: “Siamo nelle mani di Dio”.

Noi apparteniamo al Signore infinitamente di più di quanto non appartenga un bambino a sua madre.

– Carl Christian Vogel von Vogelstein, Lasciate che i bambini vengano a me, 1805, Firenze.

Pittore e ritrattista tedesco.

In posizione centrale, è ritratto Gesù con le braccia aperte benedicenti, nell’atto di abbracciare i bambini presenti ai suoi piedi e sulle sue ginocchia.

Lui è il pastore buono.

Musica:

Hallelujah è una canzone scritta e interpretata dal cantautore canadese Leonard Cohen  nel 1984. Nel corso degli anni si susseguirono molte reinterpretazioni di Hallelujah, ad opera sia dello stesso Cohen, che ne modificò ripetutamente il testo, sia di molti altri artisti.

La reinterpretazione di maggior successo rimane ancora oggi quella di Jeff Buckley, pubblicata nel 1994 .

Nel 2008 la canzone fu riportata sotto i riflettori dall’interpretazione della cantante inglese Alexandra Burke.

 Ascoltiamo Alexandra Burke.

Qui solo la prima strofa:

Testo

I heard there was a secret chord
That David played, and it pleased the lord
But you don’t really care for music, do ya?
Well it goes like this, the fourth, the fifth
The minor fall and the major lift
The baffled king composing hallelujah

Hallelujah
Hallelujah
Hallelujah
Hallelujah

Per i fanciulli